L’informazione letteraria nel web

Finalmente un lavoro serio e interessante sul fenomeno dei blog letterari – o meglio “siti di informazione letteraria”: L’informazione letteraria nel web. Tra critica, dibattito, impegno e autori emergenti, Milano, Biblion, 2009.  Nel volume Giulia Iannuzzi analizza, esplora e commenta sei fra i più noti e frequentati siti italiani: Nazione Indiana, Carmillaonline, Wu Ming, Il primo amore, Lipperatura e Vibrisse. Esperienze eterogenee nate da scrittori o comunità di scrittori che si sono confrontati, a partire dalla fine degli anni Novanta, con la dimensione della comunicazione web. C’è un punto secondo l’autrice che accomuna tutte queste esperienze: “Tra i più vistosi è senz’altro l’impegno civile: tutti questi siti restano legati ad un interesse principalmente letterario, ma tutti alle recensioni, ai saggi, alle poesie, ai racconti associano una viva attività di osservatori e critici della realtà contemporanea anche nei suoi aspetti sociali e politici” (p. 195). L'informazione letteraria nel web

La qualità di materiali e interventi presenti in questi siti è tale che da tempo ho smesso di leggere recensioni, segnalazioni o altre notizie sul mondo letterario ed editoriale pubblicate da quotidiani nazionali, affidandomi alla maggiore indipendenza e professionalità dei blog autoriali. D’altra parte lo stesso vale per l’informazione di altro tipo: oggi chi vuole sapere veramente che cosa succede nel mondo si rivolge sempre di più all’informazione alternativa. Tuttavia a mio parere vi è una differenza fra l’informazione letteraria e quella politica o di altro tipo, ed è l’attenzione alla sperimentazione. Tutti i siti citati nascono all’interno di comunità, per così dire, fortemente gutenberghiane. La rete è vista come il luogo della condivisione, della segnalazione e spesso anche della pubblicazione dei testi, ma il sistema-libro rimane al centro. Come leggiamo sul manifesto di vibrisselibri, l’agenzia e casa editrice geminata dall’omonimo sito di Giulio Mozzi, “i libri ‘veri’ sono, e presumiamo saranno ancora per molto tempo, quelli stampati su carta e distribuiti attraverso il mercato librario.” Ma siamo sicuri che oggi sia ancora così? E il successo di Lulu e di iniziative non commerciali come quella di vibrisselibri non dimostra in fondo il contrario, ovvero che i confini sia esterni (il supporto) sia interni (il contenuto, i generi, ecc.) del libro sono da tempo in una fase di metamorfosi? Tralasciando la (pure fondamentale) discussione sui formati e i supporti di lettura – dall’irresistibile ascesa di Google Books al prepotente ritorno dell’e-book  – il  punto è che in questi siti, eccetto poche eccezioni, non si trova traccia del contenitore che li ospita: il web. La dimensione digitale della creazione letteraria è insomma il grande assente. Si obietterà, a ragione, che ciascuno fa il suo mestiere e che non ci si può occupare di tutto. Se mi permetto un’osservazione del genere è perché in questi blog vi è molta riflessione su “che  cosia sia la letteratura” e credo che uno sguardo più attento alle sperimentazioni compositive e narrative della rete potrebbe arricchire e ampliare la discussione. La scrittura ha da tempo varcato la soglia di Gutenberg. Ma gli scrittori?