Un’altra ferita inferta al Web? Oppure il tramonto di una tecnologia che non è mai diventata popolare? La chiusura di Google Reader, prevista per il 1° luglio 2013, cancellerà il servizio di aggregazione di feed RSS più usato al mondo. Dall’avvento dei blog in poi, la Really Simple Syndication ha favorito la libertà dei contenuti dal contesto originario di pubblicazione e alimentato l’indipendenza dell’utente nella costruzione di una rassegna stampa a misura dei propri interessi e delle proprie preferenze su come, quando e da chi essere direttamente informato, senza l’ingombro di intermediazioni culturali o applicative (che non fossero i lettori stessi di feed) o il fastidio di accessi ricorsivi ai siti fonte, alla ricerca compulsiva di nuovi contenuti. Google Reader era la piattaforma dove libertà e indipendenza si connettevano all’interno della nuvola, in sincronia con l’ubiquità dei dati del Web 2.0.
Quando chiuderà, Reader lascerà orfani milioni di utenti (milioni che evidentemente non hanno raggiunto una massa critica profittevole), relegandoli in una nicchia tecnologica ancora più ristretta di quella censita e certificata da Google nel momento di assumere la decisione di interruzione del servizio. Perché qui sta il punto: Google sa benissimo che le navigazioni che non siano ricerche sul Web passano oramai in gran parte da piattaforme come Facebook e Twitter (ed eventualmente, nei piani di Mountain View, Google+), i veri, nuovi, grandi mediatori culturali di questo tempo. Come dice Ryan Holiday, i feed RSS sono oramai antitetici alla missione dei nuovi media, che stanno sostituendo i vecchi solo negli strumenti attraverso i quali attualizzare il modello di broadcasting (e di controllo) da uno a molti (chiedere alla politica italiana per altri casi di studio recenti e di successo).
La regressione guidata dall’ideologia che accomuna i social network mi è apparsa evidente in un commento che Anil Dash, parlando della generazione X, ha rilasciato a Touré in un libro che con il Web e la tecnologia ha apparentemente molto poco a che fare, I Would Die 4 U: Why Prince Became an Icon:
Computers had not been microcomputers until the eighties and the radical change of having a personal computer was you own it, you control it, you program it. It’s gen Xish to take control of the computers. It’s the gen X birthright to see technology as something you’ll control as opposed to something you’ll ask permission to use. Take these tools and bend them to your will and it’s disruptive to society, and to industries and to culture. I’ll take these things and make them mine (…)
Negli anni novanta il personal computer è diventato un nodo della Rete, un mezzo per esprimere e comunicare, attraverso un sito, un blog, la nostra identità, un’identità che gradualmente abbiamo iniziato a cedere e disgregare in outsourcing alle piattaforme e alle app che ci hanno proposto barriere sempre più basse in accesso ma sempre più alte in uscita. Gradualmente, abbiamo restituito il controllo nelle mani di editori che sono diventati i padroni dei nostri dati e dei nostri contenuti. Padroni liberi di servirsene, distribuirli, cancellarli o venderli nei modi, nei tempi, nei termini e alle condizioni da essi stessi stabiliti.
I feed RSS erano e sono una via di fuga, una distribuzione alternativa che riduce il potere e il controllo dell’editore e aumenta il potere e il controllo del lettore: è per questo motivo che sono assenti dai profili Facebook oppure nascosti tra le pieghe delle API di Twitter.
Nel confessare la sua disillusione nei confronti del Web attuale a causa della dissoluzione di servizi come Reader o del lento ma continuo declino di prodotti come Delicious, Holiday sottolinea l’ironia di farlo su una piattaforma di pubblicazione nuova e incoraggiante come Medium (fondata, tra parentesi, da Evan Williams, già co-fondatore di Blogger nonché di Twitter). Già, ho commentato in una nota che l’autore non ha reso, a oggi, ancora pubblica: ma, a proposito di ironia, dove sono i feed RSS di Medium?
I see another reason for killing off Google Reader. RSS is defined in XML, and whatever you think about the motivations behind Google’s move, one reason must surely have been the decline in the use of the RSS protocol, and in the longer term, XML itself. Since I never used Google Reader, please forgive me for thinking that this is GOOD news.
I don’t know whether Reader shutdown it’s a good news: I’m sure it’s a good lesson on not relying on proprietary (and free) Web 2.0 services. Talking about RSS and XML, as long as they provide alternative ways to access web content from a number of sources, they are ok with me.