Schemi nuovi

Una storia che si ripete: a dettare le regole per il futuro della marcatura del Web sono i padroni della Rete, certo non un’istituzione come il World Wide Web Consortium. Google, Microsoft e Yahoo! hanno appena annunciato il supporto comune ai microdata, una metasintassi di HTML5 introdotta per aggiungere semantica al linguaggio degli ipertesti. Già nell’estate del 2009, Google e Yahoo! avevano introdotto i rich snippets, vale a dire risultati di ricerca arricchiti dalla previsione nel codice delle pagine web di RDFa e microformats, fino a oggi le due strade più seguite per rendere più significativi per la macchina i contenuti strutturati in HTML: la prima è una raccomandazione ‘dall’alto’ del W3C dal 2008, si basa sul modello standard sviluppato dal W3C stesso per l’interscambio di dati sulla Rete ed è integrabile attraverso una codifica XHTML; la seconda una pratica ‘dal basso’, proposta da un manipolo di autori e imperniata su formati standard preesistenti, come per esempio vCard, ed integrabile anche nel vecchio HTML. Ma la strana alleanza dei motori di ricerca adesso alza il tiro, e produce e mette a disposizione nuovi schemi (vocabolari, attributi e valori) per marcare contenuti che in precedenza non erano strutturabili oppure lo erano soltanto attraverso RDFa o microformats. E quando si legge che sarà comunque possibile utilizzare sia microdata che RDFa che microformats, ma non all’interno della stessa pagina web, l’invito agli autori appare esplicito. Così come appare chiaro che HTML5 sarà, anzi: è il nuovo codice della Rete.