Nome: Benedetto Ferrante
Relatore: Domenico Fiormonte
Correlatore: Raul Mordenti
A.A.: 2002/2003
Negli ultimi decenni, le tecnologie hanno inciso in modo determinante sulla produzione, sull’occupazione, sui mercati finanziari ed economici, sul modo di fare ricerca, ma anche sulla comunicazione del sapere e sull’acquisizione delle conoscenze e quindi sulle offerte formative della società. In questo nuovo scenario, ci si è proposti di esplorare l’incontro tra due mondi in apparenza lontani, da una parte le scienze umane e il loro insegnamento, dall’altra le nuove tecnologie. Si è mostrato come l’introduzione delle nuove tecnologie, ha significato senz’altro per l’umanista, un modo per alleviare le fatiche ed evitare le operazioni più noiose nel trattamento dell’informazione, ma soprattutto ha rappresentato un cambiamento profondo dal punto di vista epistemologico. L’inevitabile operazione di memorizzazione dei dati da elaborare, su supporto informatico, lo sta costringendo ad uniformarsi alla logica algoritmica e ad operare una trascrizione elettronica, che deve garantire il più possibile la conservazione dell’informazione originaria e la trasportabilità dei dati memorizzati.
Relativamente alla didattica della lingua e civiltà italiana (ma questo vale anche per le altre discipline) è emerso che, l’introduzione delle tecnologie informatiche potrà risultare positiva solo se queste non verranno subite, ma favoriranno un ripensamento generale dei contenuti e dei modi della formazione.
Per quanto riguarda l’insegnamento a distanza, che con le nuove tecnologie ha avuto un fortissimo incremento, il principio innovativo, non sta tanto nel trasferirvi le modalità dell’insegnamento in presenza, ricreando le dinamiche di una classe reale, quanto nella possibilità di dar vita ad un apprendimento collaborativo. Questo è un aspetto cruciale, si tratta di esaltare i momenti di interazione dello studente con i docenti, con i tutor, ma anche con gli altri studenti, cercando di favorire lo sviluppo delle cosiddette comunità virtuali.
La tesi in sostanza evidenzia che, se le nuove tecnologie vengono impiegate in modo appropriato dall’umanista e dal docente di lettere (ma anche da qualsiasi altro fruitore), esse ne migliorano la qualità del lavoro. Ma evidenzia altresì che la tecnologia non è neutrale, essa infatti impone un atteggiamento mentale, un modo di pensare ad essa e alle attività per le quali è destinata, che modificano gli schemi mentali preesistenti di chi la usa e ha di conseguenza anche una ricaduta sulla società tutta. La conclusione è che, in ogni caso non possiamo permetterci di stare a guardare e rifiutarla a priori, per ragioni etiche o comunque di principio, dobbiamo invece cercare di volgerla in opportunità utili cercando di dominarne gli effetti indesiderati.